di NEVIO COSTANZO
Muoversi è una necessità quotidiana. Lo facciamo per andare al lavoro, a scuola, a fare la spesa o semplicemente per incontrare amici. E ogni volta, scegliamo — o ci ritroviamo a scegliere — un mezzo di trasporto. Spesso, senza rifletterci troppo, si opta per l’auto privata, anche per percorsi brevi, a volte brevissimi. Ma a che prezzo?
Secondo il “21° Rapporto sulla mobilità degli italiani”, elaborato da ISTAT ISFORT e pubblicato nel novembre 2024, la maggior parte degli spostamenti nel nostro Paese avviene entro i 10 chilometri: il 33,7% sotto i 2 km e il 42,1% tra i 2 e i 10 km. Nonostante ciò, l’automobile resta il mezzo di gran lunga più utilizzato. In media, ogni auto trasporta solo 1,36 persone. L’Italia, non a caso, detiene il primato europeo per numero di auto pro capite, e Gorizia è perfettamente in linea con questa tendenza.
L’auto al centro della città (e del problema)
Lo spazio urbano è stato plasmato a misura di automobile. Parcheggi, carreggiate, corsie: l’auto occupa tutto, anche mentalmente. Per ogni veicolo, servirebbero almeno tre o più posti auto distribuiti tra casa, lavoro, negozi e luoghi di svago. Considerando che ogni posto richiede circa 25 mq, il bilancio è insostenibile. E la situazione peggiora nelle famiglie con più di un’auto per componente.
Le auto elettriche non risolvono il problema: sebbene più pulite sotto il profilo delle emissioni allo scarico, occupano lo stesso spazio e producono comunque particolato attraverso l’usura di freni e pneumatici. Le evidenti tracce nere lasciate sull’asfalto dai mezzi pesanti, ad esempio in piazza Transalpina/Trg Evrope, dimostrano quanto l’attrito sia fisicamente visibile. Basta poi fare una proporzione per capire che anche un’auto leggera, nel suo quotidiano, lascia un segno concreto.
Parcheggi gratuiti, traffico inutile e una camminata che diventa “impresa”
L’accessibilità a buon prezzo dei parcheggi nel centro urbano, quando dovrebbe essere il contrario, spinge molti a cercare sempre quello più comodo. Questo genera traffico parassita, congestione e inquinamento. Allo stesso tempo, si scoraggia la camminata, quasi fosse uno sport estremo. Eppure, muoversi a piedi è la forma di mobilità più sostenibile, economica e salutare. Naturalmente, tutto ciò va distinto dai bisogni delle persone con difficoltà motorie, che richiedono soluzioni dedicate.
Gorizia, Europa e la sfida della mobilità transfrontaliera
In una città come Gorizia, crocevia culturale e geografico, la mobilità sostenibile non può che essere anche transfrontaliera. Serve una visione strategica condivisa, tra Italia e Slovenia, che punti su:
- Una rete di trasporto pubblico efficiente e integrata;
- Ciclabili continue, sicure e ben segnalate — come sarebbe potuta essere la “Ciclovia della Cultura”;
- Un bike sharing funzionale, esteso anche alle periferie;
- Marciapiedi più ampi, sicuri e accessibili;
- Un’urbanistica orientata alla “Città 30”, che renda lo spazio più umano e meno automobilistico.
Queste misure devono essere complementari e pensate in un’ottica olistica, che metta al centro non il mezzo, ma la persona.
Tariffe, gratuità e giustizia sociale
Per favorire il cambiamento, occorre rendere attrattivo l’uso dei mezzi pubblici, abbassando i costi o introducendo la gratuità per studenti e over 70. Un’obiezione frequente riguarda proprio le persone anziane: come si muoveranno senza l’auto? Ma le esperienze europee ci insegnano che, laddove il trasporto pubblico è efficiente, gli anziani lo usano regolarmente e con soddisfazione.
Verde al posto del grigio: la regola del 3/30/300
Meno auto significa più spazio per le persone. Le aree occupate da parcheggi potrebbero trasformarsi in giardini, spazi gioco, piazze, orti urbani. Seguendo la regola urbanistica del 3/30/300, ogni abitante dovrebbe:
- Vedere almeno 3 alberi dalla propria finestra;
- Vivere in un quartiere con almeno 30% di copertura arborea;
- Avere un parco pubblico a non più di 300 metri da casa.
Dal ruolo di spettatori a quello di protagonisti
In tema di mobilità sostenibile, nessuno può dirsi estraneo. Ogni scelta quotidiana — anche solo prendere la bici o lasciare l’auto in garage per un giorno — conta. Non possiamo più permetterci di essere spettatori passivi: dobbiamo diventare attori consapevoli di un cambiamento necessario. Per la nostra salute, per l’ambiente e per le generazioni che verranno.